da Fernanda » lunedì 11 novembre 2019, 19:22
2 - IL MERAVIGLIOSO E IL SOPRANNATURALE
7 - Se la credenza negli spiriti e nelle loro manifestazioni fosse un concetto
isolato, il prodotto d’un sistema, essa potrebbe, con qualche apparenza di
ragione, essere sospettata d’illusione; ma, di grazia, ci si spieghi perché questa
credenza si trova così viva presso tutti i popoli antichi e moderni, e nei libri
santi di tutte le religioni conosciute? Ciò si spiega, dicono i critici, perché
l’uomo in ogni tempo ha amato il meraviglioso. Che cosa è dunque il
meraviglioso secondo voi? Ciò che è soprannaturale. Che cosa intendete voi
per soprannaturale? Quello che è contrario o sfugge alle leggi della natura
comunemente intese. Voi dunque siete talmente addentro in queste leggi, che
vi riesce possibile assegnare un limite alla potenza di Dio? Ebbene, allora
provate che l’esistenza degli spiriti e le loro manifestazioni sono contrarie alle
leggi della natura; che essa non è e non può essere una di queste leggi. Seguite
la dottrina spiritica ed osservate se questo concatenamento non ha tutti i
caratteri d’una legge ammirevole, la quale risolve tutto quello che le leggi
filosofiche non hanno potuto risolvere sinora. Il pensiero è uno degli attributi
dello Spirito; la possibilità d’agire sulla materia, di fare impressione sopra i
nostri sensi, ed in seguito trasmettere il suo pensiero, risulta, se possiamo così
esprimerci, dalla sua costituzione fisiologica; dunque non vi è in questo fatto
niente di soprannaturale, niente di meraviglioso. Che un uomo morto, e ben
morto, torni a rivivere fisicamente, che le sue membra disperse si riuniscano
per riformare il suo corpo, ecco il meraviglioso, il soprannaturale, il
fantastico; ciò costituirebbe un avvenimento eccezionale che Dio non
potrebbe compiere se non per mezzo d’un miracolo; ma niente di simile si
trova nella dottrina spiritica.
8 - Ciò nonostante, qualcuno dirà, voi ammettete che uno spirito possa
sollevare una tavola e mantenerla nello spazio senza punto d’appoggio, non
sarebbe questa una eccezione alla legge di gravità? Sì, alla legge conosciuta;
ma la natura ha forse già detto l’ultima sua parola? Prima che la forza
ascensionale di certi gas fosse provata, chi avrebbe detto che una pesante
macchina con molti uomini a bordo avrebbe potuto trionfare della forza
d’attrazione? Agli occhi del volgo non doveva ciò sembrare meraviglioso,
diabolico? Chi, nel secolo scorso, avesse proposto di trasmettere un dispaccio
a molti chilometri di distanza e di riceverne la risposta dopo qualche minuto
sarebbe passato per folle; se fosse riuscito a farlo, si sarebbe creduto che
avesse il diavolo ai suoi ordini, poiché in quel tempo solo il diavolo sarebbe
stato capace di andare così presto. Perché, dunque, un fluido sconosciuto non
potrebbe avere la proprietà, in date circostanze, di controbilanciare l’effetto
della gravità, come l’idrogeno controbilancia il peso del pallone? Questo,
notiamolo di passaggio, è un paragone, ed è fatto unicamente per dimostrare,
per analogia, che il fatto non è fisicamente impossibile. Ora è precisamente
quando gli scienziati, nell’osservazione di questi fenomeni, vollero procedere
per via di similitudini, che sono andati fuori carreggiata. Del resto, il fatto è là;
tutte le negazioni possibili non potrebbero impedire che egli non sia, poiché
negare non vuol dire provare; per noi non vi è nulla di soprannaturale; questo
è quanto per il momento possiamo assicurare.
9 - Se il fatto è constatato, soggiungeranno gli avversari, noi l’accettiamo; di
più accettiamo la causa che volete attribuirgli, quella d’un fluido sconosciuto;
ma chi ci prova l’intervento degli spiriti? Qui sta il meraviglioso, il
soprannaturale.
Ora occorrerebbe una piena dimostrazione che non sarebbe a suo posto e
farebbe, d’altra parte, doppio impiego, giacché ella emerge da tutte le altre
parti dell’insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in qualche parola, diremo
che essa è teoricamente fondata su questo principio: Ogni effetto
intelligente deve avere una causa intelligente; nella pratica, poi, sopra
questa osservazione che i fenomeni detti spiritici, avendo date prove
d’intelligenza, dovevano avere la loro causa all’infuori della materia; che
questa intelligenza, non essendo quella degli individui presenti - questo è un
risultato d’esperienza - doveva essere loro estranea; infine, poiché non si
vedeva l’essere che agiva, egli era, dunque, un essere invisibile. E’ allora che,
di osservazione in osservazione, si arrivò a riconoscere che questo essere
invisibile, a cui si diede il nome di Spirito, non è altro che l’anima di quelli che
già vissero corporalmente, e che la morte ha spogliato del loro grossolano
involucro visibile, lasciando loro peraltro un involucro etereo, invisibile a noi
nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso ed il soprannaturale
ridotti alla loro più semplice espressione. Constatata così l’esistenza di esseri
invisibili, la loro azione sulla materia risulta dalla natura del loro involucro
fluidico; questa azione è intelligente, perché, morendo, essi non hanno
perduto che il loro corpo, ma hanno conservata l’intelligenza, che è la loro
essenza; ecco la chiave di tutti questi fenomeni ritenuti a torto soprannaturali.
L’esistenza degli spiriti non è dunque un sistema preconcetto, un’ipotesi
immaginata per spiegare i fatti; è un risultato dell’osservazione e la
conseguenza naturale dell’esistenza dell’anima; negare questa causa
equivarrebbe a negare l’anima ed i suoi attributi. Coloro i quali pensassero di
poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo
soprattutto rendere ragione di tutti i fatti, la diano pure, ed allora si potrà
discutere il merito di ciascuna.
10 - Agli occhi di quelli che considerano la materia come la sola potenza della
natura, tutto ciò che non può essere spiegato con le leggi della
materia è meraviglioso o soprannaturale; e per essi meraviglioso è
sinonimo di superstizione. A questo titolo, la religione, fondata sopra
l’esistenza d’un principio immateriale, sarebbe un tessuto di superstizioni;
essi non osano dirlo ad alta voce, ma lo sussurrano a voce bassa, e credono di
salvare le apparenze concedendo che abbisogna una religione per il popolo ed
affinché i fanciulli siano buoni; ora, delle due cose, l’una: o il principio
religioso è vero, oppure è falso; se esso è vero, deve esserlo per tutti; se è falso,
non è migliore per gli ignoranti, che per le genti illuminate.
11 - Coloro che combattono lo spiritismo in nome del meraviglioso,
s’appoggiano, dunque, generalmente sopra il principio materialistico, giacché,
negando l’esistenza di qualunque effetto extra-materiale, negano, in
conseguenza, l’esistenza dell’anima; investigate il fondo del loro pensiero,
scrutate bene il senso delle loro parole, e vedrete quasi sempre che questo
principio, se non è categoricamente formulato, appare sotto la veste d’una
pretesa filosofia razionale di cui essi lo coprono. Rigettando nel meraviglioso
tutto ciò che deriva dall’esistenza dell’anima, sono dunque conseguenti con se
stessi; non ammettendo la causa, non possono ammetterne gli effetti; da ciò
deriva in essi un’opinione preconcetta, che li rende inadatti a giudicare
sanamente lo spiritismo; giacché essi partono dal principio della negazione di
tutto ciò che non è materiale. In quanto a noi, ammettendo gli effetti che sono
la conseguenza dell’esistenza dell’anima, ne deriva forse che accettiamo tutti i
fatti qualificati meravigliosi? Forse che siamo noi i campioni di tutti i
sognatori, gli adepti di tutte le utopie e di tutte le eccentricità sistematiche? Si
conoscerebbe ben poco lo spiritismo se così si pensasse; ma i nostri avversari
non si danno tanti fastidi; la necessità di conoscere quello di cui parlano è
l’ultima delle loro preoccupazioni. Secondo loro, il meraviglioso è assurdo;
ora, lo spiritismo si appoggia su fatti meravigliosi; dunque, lo spiritismo è
assurdo: questo è da parte loro un giudizio senz’appello. Credono di opporre
un argomento incontestabile, quando, dopo aver fatto erudite ricerche sopra i
convulsionari di San Medardo, i Camisardi delle Cevenne, o le religiose di
Loudun, sono arrivati a scoprire dei fatti evidenti di inganno che nessuno
contesta; ma queste storie, sono forse il vangelo dello spiritismo? I suoi
sostenitori hanno mai negato che il ciarlatanismo abbia usufruito di certi fatti
a suo profitto, che l’immaginazione ne abbia creati altri, e che il fanatismo ne
abbia esagerati moltissimi? Non si può rendere lo spiritismo solidale con le
stravaganze che in suo nome si possono commettere, nello stesso modo che
non si può rendere la vera scienza solidale con gli abusi che l’ignoranza può
fare a suo danno, come pure non si può rendere responsabile la vera religione
degli eccessi del fanatismo. Molti critici giudicano lo spiritismo basandosi sui
racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono la finzione;
altrettanto varrebbe giudicare la storia basandoci sui romanzi storici e le
tragedie.
12 - Con logica elementare, per discutere una cosa bisogna conoscerla,
giacché l’opinione d’un critico non ha valore se non in quanto egli parla con
perfetta cognizione di causa; allora solamente la sua opinione, anche se
erronea, può essere presa in considerazione; ma quale peso può essa avere
quando si tratta di una materia che egli non conosce? Il vero critico deve dar
prova non solo di erudizione, ma d’una scienza profonda circa il soggetto che
imprende a trattare, d’un giudizio sano e d’una imparzialità a tutta prova;
altrimenti, il primo strimpellatore venuto potrebbe arrogarsi il diritto di
giudicare Rossini, ed un imbrattamuri quello di censurare Raffaello.
13 - Lo spiritismo non accetta dunque tutti i fatti stimati meravigliosi e
soprannaturali; al contrario, esso dimostra l’impossibilità d’un gran numero
di credenze, ed il ridicolo di certe altre, che costituiscono, parlando
propriamente, la superstizione. E’ bensì vero che tra le cose che lo spiritismo
ammette ve ne sono di quelle che agli increduli sembrano puramente
meravigliose, ossia che cadono nel dominio della superstizione; sia pure, ma
almeno discutete soltanto su questi punti, dal momento che sugli altri nulla vi
è da dire e voi predicate a convertiti.
Attaccandovi a quello che lo stesso spiritismo rifiuta, provate la vostra
ignoranza della cosa, ed i vostri argomenti cadranno nel falso.
Ma, diranno essi, dove s’arresta, dunque, la credenza nello spiritismo?
Leggete, osservate e poi lo saprete. Qualunque scienza si acquista soltanto col
tempo e con lo studio; ora, lo spiritismo, che tocca le questioni più gravi della
filosofia e tutti i rami dell’ordine sociale; che abbraccia d’un colpo l’uomo
fisico e l’uomo morale, costituisce esso stesso una scienza completa, una
filosofia che non può essere imparata in qualche ora, come non lo sarebbe
qualunque altra scienza. Sarebbe altrettanto puerile vedere tutto lo spiritismo
in una tavola girante, quanto vedere tutta la fisica in certi giocattoli da
fanciulli. Chiunque non voglia arrestarsi alla sua superficie, dovrà impiegarvi
non solo delle ore, ma dei mesi e degli anni, prima di averne investigati tutti
gli arcani. Da ciò si può comprendere quale grado di sapere e quale valore
possa avere l’opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, perché
hanno visto tutt’al più una o due esperienze, sovente in via di distrazione e di
passatempo. Diranno senza dubbio che non hanno l’agio di dare tutto il
tempo necessario a questo studio; sia pure, niente ve li costringe; ma, allora,
quando non si ha il tempo di imparare una cosa, si deve pure evitare di
parlarne, ed ancora meno di giudicarla, se non si vuole essere accusati di
leggerezza; ora, più si occupa una elevata posizione nella scienza, meno si è
scusati di trattare leggermente un soggetto che non si conosce.
14 - Riassumendo, diremo:
1) Tutti i fenomeni spiritici hanno per principio l’esistenza dell’anima, la sua
sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni;
2) Questi fenomeni, essendo fondati sopra una legge di natura, nulla hanno di
meraviglioso e di soprannaturale nel senso volgare di queste parole;
3) Molti fatti sono ritenuti soprannaturali, solamente perché non se ne
conosce la causa; lo spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel
dominio dei fenomeni naturali;
4) Fra i fatti qualificati come soprannaturali, ve ne sono molti di cui lo
spiritismo dimostra l’impossibilità, e che esso classifica fra le credenze
superstiziose;
5) Quantunque lo spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo
di verità, non accetta peraltro tutte le storie fantastiche create
dall’immaginazione;
6) Giudicare lo spiritismo a proposito dei fatti che esso non ammette, è dare
prova d’ignoranza, e togliere ogni valore alla propria opinione;
7) La spiegazione dei fatti ammessi dallo spiritismo, le loro cause e le loro
conseguenze morali costituiscono una scienza ed una filosofia completa, che
richiede uno studio serio, perseverante ed approfondito;
8) Lo spiritismo non può ritenere come critico serio se non colui il quale ha
tutto visto, tutto studiato, tutto approfondito, con la pazienza e la
perseveranza d’un osservatore coscienzioso; colui che su questo argomento ne
sapesse quanto l’adepto più illuminato; che avesse, per conseguenza, attinte le
sue conoscenze altrove che nei romanzi della scienza; a cui non si potesse
opporre alcun fatto che egli non conoscesse, alcun argomento che non avesse
già meditato; colui che confutasse, con gli argomenti più perentori, e non con
semplici negazioni; colui infine che potesse assegnare una causa più logica ai
fatti constatati. Ma finora questo critico non si è ancora trovato.
15 - Noi abbiamo poco fa pronunziato la parola miracolo; una breve
spiegazione su questo proposito non sarà fuori posto in questo capitolo, che
verte sul meraviglioso.
Nel suo valore primitivo e per la sua etimologia la parola miracolo significa
cosa straordinaria, cosa ammirabile a vedersi; ma questa parola,
come tante altre, si è allontanata dal senso originario, ed oggi (secondo
l’accademia francese) vuol significare un atto della potenza divina
contrario alle leggi comuni della natura. Tale, infatti, è il suo usuale
significato, e solamente in via di paragone e di metafora si applica alle cose
volgari che ci sorprendono, la cui causa ci è sconosciuta. Non entra affatto nel
nostro compito di esaminare se Dio ha potuto giudicare cosa utile di derogare
in certe circostanze alle leggi da lui stesso stabilite; il nostro scopo è
unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritici, per quanto
straordinari essi siano, non derogano affatto a queste leggi, non hanno alcun
carattere miracoloso, e tanto meno sono meravigliosi e soprannaturali. Il
miracolo non si spiega; i fenomeni spiritici, al contrario, si spiegano nella
maniera più razionale; non sono dunque miracoli, ma semplici effetti, che
hanno la loro ragione di essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un
altro carattere, che è quello di essere insolito ed isolato. Ora, dal momento che
un fatto si riproduce, per così dire, a volontà, e per diverse persone, ciò non
può essere un miracolo.
La scienza fa ogni giorno miracoli agli occhi degli ignoranti; ecco perché una
volta quelli che per sapienza si elevavano dal volgo erano tenuti in conto di
stregoni; e siccome si credeva che ogni scienza sovrumana venisse dal diavolo,
così essi venivano bruciati. Oggi, in tempi di civiltà più avanzata, ci si limita a
mandarli in manicomio.
Miracolo sarebbe quello per cui un uomo morto fosse richiamato alla vita
mediante l’intervento divino, come già abbiamo detto, perché è una cosa
contraria alle leggi della natura. Ma se quest’uomo ha soltanto le apparenze
della morte, se vi è ancora in lui un resto di vitalità latente e che la scienza
od un’azione magnetica giunga a rianimarlo, per le genti illuminate ciò
sarebbe un fenomeno naturale; ma agli occhi del volgo ignorante il fatto
passerà per miracoloso, e l’autore sarà o lapidato o venerato, secondo il
carattere degli individui. Se in mezzo a certe campagne un fisico lancia un
cervo-volante elettrico e fa cadere la folgore sopra un albero, questo nuovo
Prometeo sarà certamente tenuto come un uomo armato di potenza diabolica.
E, sia detto di passaggio, Prometeo, secondo noi, sembra avere singolarmente
preceduto Franklin; ma Giosuè, che arresta il movimento del sole, o piuttosto
della terra, costituisce per noi il vero miracolo, giacché noi non conosciamo
alcun magnetizzatore dotato d’una potenza così grande per operare un simile
prodigio. Fra tutti i fenomeni spiritici, uno dei più straordinari è, senza
dubbio, quello della scrittura diretta, perché dimostra nella maniera più
chiara l’azione delle intelligenze occulte; ma non per questo è più miracoloso
degli altri fenomeni attribuiti ad agenti invisibili; poiché questi esseri occulti
che popolano lo spazio sono una delle potenze della natura, potenza la cui
azione è incessante sul mondo materiale, altrettanto che sul mondo morale.
Lo spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave d’una quantità
di cose inesplicate ed inesplicabili da tutti gli altri mezzi, e che hanno potuto
essere ritenute prodigiose nei tempi passati; egli rivela, come dal suo lato fa il
magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno mal compresa; o, per
meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, giacché si sono prodotti in tutti i
tempi, ma si ignorava la legge da cui erano retti, e questa ignoranza generò la
superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso scompare ed i
fenomeni rientrano nell’ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti
non fanno miracoli nel far girare un tavolo, o nel far scrivere i trapassati, più
di quello che ne faccia il medico facendo rivivere un moribondo, od il fisico
attirando la folgore.
Colui che pretendesse, con l’aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli,
sarebbe un ignorante od un ciarlatano.
16 - I fenomeni spiritici, come i fenomeni magnetici, prima che se ne
conoscesse la causa, furono creduti prodigi; ora, come gli scettici, gli spiriti
forti, cioè quelli che credono di avere il privilegio esclusivo della ragione e del
buon senso, non credono possibile una cosa dal momento che non la
capiscono, così tutti i fatti creduti prodigiosi sono l’oggetto dei loro scherni; e
poiché la religione contiene un gran numero di fatti di questo genere, essi non
credono alla religione, e di là all’incredulità assoluta non vi è che un passo. Lo
spiritismo, spiegando la maggior parte di questi fatti, dà loro una ragione
d’essere. Esso viene dunque in aiuto alla religione dimostrando la possibilità
di certi fatti, i quali, quantunque privi del carattere miracoloso, non sono
meno straordinari; e Dio non rimane meno grande, né meno possente, benché
non deroghi alle sue leggi.
Di quanti scherni non furono bersaglio le levitazioni di San Giuseppe da
Copertino! Ora la sospensione eterea dei corpi gravi è un fatto spiegato dalla
legge spiritica; noi ne fummo in persona testimoni oculari, ed il signor
Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato
diverse volte i fenomeni manifestati da San Giuseppe da Copertino. Dunque,
questo fenomeno rientra nell’ordine delle cose naturali, anche se non comuni.
17 - Nel numero dei fatti di questo genere conviene porre in prima linea le
apparizioni, giacché queste sono le più frequenti. Quella della Salette, sulla
quale è divisa l’opinione del clero, nulla ha per noi di insolito. Certamente, noi
non possiamo affermare che il fatto ebbe luogo, giacché non ne abbiamo la
prova materiale; ma per noi esso è possibile, poiché conosciamo migliaia di
fatti analoghi recenti. Ci crediamo, non solo perché la loro realtà è cosa per
noi accertata, ma soprattutto perché ci rendiamo perfettamente ragione della
maniera nella quale si producono. Rimandiamo il lettore alla teoria, che
diamo in seguito, delle apparizioni, ed egli potrà scorgere come questo
fenomeno diventa tanto semplice e plausibile, quanto molti fenomeni fisici,
che sembrano prodigiosi soltanto perché non se ne possiede la spiegazione.
Quanto poi al personaggio presentatosi alla Salette, è un’altra questione; la
sua identità non ci è affatto dimostrata; constatiamo semplicemente che una
apparizione può avere avuto luogo, il resto non è di nostra competenza;
ognuno può, su questo punto, conservare le sue convinzioni; lo spiritismo non
deve occuparsene. Assicuriamo solamente che i fatti prodotti dallo spiritismo
ci rivelano nuove leggi e ci danno la chiave d’una quantità di cose che
sembravano soprannaturali; se alcuni di questi fatti, che passavano per
miracoli, vi trovano una spiegazione logica, ciò costituisce un motivo di più
per non affrettarsi a negare quello che non si comprende. I fenomeni spiritici
sono contestati da certe persone, precisamente perché, sembrando uscire
dalla legge comune, non si può rendersene conto. Date loro una base
razionale, e cesserà il dubbio. La spiegazione, in questo secolo che non si
appaga di semplici parole, è dunque un potente motivo di convinzione; così,
noi vediamo ogni giorno persone che non furono mai testimoni d’alcun fatto,
che non ebbero mai modo di vedere una tavola girare, né un medium scrivere,
e che, ciò nonostante, sono convinte quanto noi, unicamente perché hanno
letto e compreso. Se dovessimo credere soltanto a quello che abbiamo visto
con gli occhi, le nostre convinzioni si ridurrebbero a ben poca cosa.
3 - METODO
18 - Il desiderio naturale e lodevolissimo di tutti gli adepti, desiderio mai
abbastanza incoraggiato, è quello di fare proseliti. Per facilitare il loro
compito, ci proponiamo dunque di esaminare la via, secondo noi più sicura,
per arrivare a questo scopo, risparmiando loro inutili sforzi.
Abbiamo detto che lo spiritismo è una scienza ed una filosofia completa;
colui, dunque, che seriamente vuole conoscerla, deve prima di tutto obbligarsi
ad uno serio studio, e persuadersi che, al pari delle altre scienze, non può
impararsi giocando. Lo spiritismo, l’abbiamo detto, tocca tutte le questioni
che interessano l’umanità; il suo campo è immenso, e conviene anzitutto
guardarlo dal punto di vista delle sue conseguenze. La credenza negli spiriti
ne forma senza dubbio la base, ma questa non basta per fare uno spiritista
illuminato, allo stesso modo che la credenza in Dio non basta per fare un
teologo. Osserviamo dunque come ci conviene procedere in questo
insegnamento per arrivare più sicuramente alla convinzione.
Non si spaventino gli adepti per questa parola insegnamento.
Non vi è soltanto l’insegnamento dato dall’alto della cattedra o della tribuna;
ma altresì quello della semplice conversazione. Qualunque persona cerchi di
persuaderne un’altra, sia per mezzo di spiegazioni, sia per quello delle
esperienze, fa un insegnamento; e noi, che desideriamo che la sua fatica dia
buoni frutti, ci crediamo in dovere di dargli qualche consiglio, di cui potranno
approfittare anche quelli che vogliono istruirsi da se stessi; essi troveranno il
mezzo d’arrivare più sicuramente e più rapidamente allo scopo.
19 - Si crede generalmente che per convincere basti mostrare dei fatti; questo
sembra difatti il cammino più logico, e tuttavia l’esperienza ci dimostra che
esso non è sempre il migliore, poiché si vedono spesso individui che non
restano convinti dai fatti più evidenti. E perché ciò? Noi cercheremo di darne
una spiegazione, valendoci della nostra lunga esperienza.
Nello spiritismo, la questione degli spiriti è secondaria e consecutiva; non è
questo il vero punto di partenza; anzi, consiste precisamente in questo l’errore
nel quale si cade e che spesso frena certe persone. Gli spiriti non essendo altro
che le anime degli uomini, il vero punto di partenza è dunque l’esistenza
dell’anima. Ora, come può il materialista ammettere che vi siano esseri i quali
vivano all’infuori del mondo materiale, quando crede che lo stesso suo Io sia
pura materia? Come può credere all’esistenza degli spiriti all’infuori di sé,
quando non crede di averne uno in se stesso? Invano si cercherebbe di
accumulare ai suoi occhi le prove più tangibili, egli le contesterà tutte, poiché
non ne ammette il principio. Ogni insegnamento metodico deve procedere dal
cognito all’incognito; per il materialista, il cognito è la materia. Procedete
dunque dalla materia, e cercate prima di tutto, facendogliela osservare, di
convincerlo che vi è in lui qualcosa che sfugge alle leggi di essa; in una parola,
prima di renderlo SPIRITISTA, cercate di renderlo
SPIRITUALISTA: ma per questo bisogna procedere con altri mezzi, con un
insegnamento del tutto speciale, seguendo un ordine particolare di idee;
parlargli di spiriti prima che egli sia convinto d’avere un’anima, sarebbe
incominciare dalla fine, giacché egli non può ammettere la conclusione se non
ammette le premesse. Prima, dunque, di accingersi a convincere un incredulo,
anche con i fatti, è necessario assicurarsi della sua opinione intorno all’anima,
vale a dire se crede alla sua esistenza, alla sopravvivenza al corpo, alla sua
individualità dopo la morte; se la sua risposta è negativa, sarebbe fatica
sprecata parlargli di spiriti. Ecco la regola. Siamo dell’idea che vi possano
essere delle eccezioni; ma allora, probabilmente, sussisterà un’altra causa che
lo renderà meno refrattario.
20 - Fra i materialisti conviene distinguere due classi: nella prima, noi
metteremo quelli che lo sono per sistema. Per questi non esiste il dubbio;
essi negano assolutamente, ragionando alla loro maniera; ai loro occhi,
l’uomo è semplicemente una macchina la quale cammina finché è caricata,
che si scompone col tempo, e di cui dopo la morte non resta che la carcassa. Il
numero di questi è fortunatamente molto ristretto e non costituisce in
nessuna parte una scuola di gran testo; noi non abbiamo bisogno d’insistere
sui deplorevoli effetti che deriverebbero all’ordine sociale dalla
volgarizzazione d’una tale dottrina; ci siamo, a quest’uopo, abbastanza estesi
nel Libro degli Spiriti (n. 147, e Conclusione, Cap. III).
Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli in presenza d’una
spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti ad ogni costo; quelli
che negano ogni potenza ed ogni principio intelligente all’infuori della
materia; la maggior parte di essi si ostina nella sua opinione per orgoglio, e
crede il suo amor proprio impegnato a persistervi; essi vi persistono di fronte
a qualunque prova opposta, perché non vogliono avere il disotto. Con quella
gente, non conviene lasciarsi abbindolare dalla maschera di sincerità di coloro
che dicono: Fatemi vedere e crederò. Altri sono più franchi e dicono
addirittura: Anche se vedessi, non crederei.
21 - La seconda classe di materialisti è molto più numerosa (giacché il vero
materialismo è un sentimento antinaturale), e comprende quelli che lo sono
per indifferenza e si può dire per mancanza di meglio: essi non sono tali
per proposito deliberato; anzi, non domandano che di poter credere, giacché
l’incertezza è per loro un tormento. Vi è in essi una vaga aspirazione verso
l’avvenire; ma quest’avvenire è stato presentato loro sotto un aspetto che la
loro ragione non può accettare; di là il dubbio, la incredulità. Nel loro spirito,
l’incredulità non è eretta a sistema; presentate loro qualcosa di razionale, ed
essi la accetteranno con premura; questi possono dunque capirci, essendo più
vicini a noi di quanto essi stessi non credano. Coi primi non parlate né di
rivelazione, né degli angeli, né del paradiso: essi non vi capirebbero; ma,
partendo dal loro stesso punto di vista, provate loro che le leggi della
fisiologia sono impotenti per rendere ragione di tutto; il resto verrà in seguito.
Tutt’altra cosa avviene quando l’incredulità non è preconcetta, poiché allora
non vi è un’assoluta incredulità; è un germe latente soffocato da cattive erbe,
ma che può essere animato da una scintilla; è il cieco al quale si rende la vista,
che è lieto di vedere la luce; è il naufrago al quale si tende la mano salvatrice.
22 - Accanto ai materialisti propriamente detti, vi è una terza classe
d’increduli, che, quantunque spiritualisti, almeno di nome, non sono meno
refrattari; questi sono gli increduli di cattiva volontà. Essi sarebbero
malcontenti di dover credere, perché ciò turberebbe la loro tranquillità nei
godimenti materiali; essi temono di vedervi la condanna della loro ambizione,
del loro egoismo e delle vanità umane di cui si sono fatta la loro delizia;
chiudono gli occhi per non vedere e si turano le orecchie per non capire. Non
si può far altro che compiangerli.
23 - Una quarta categoria la chiameremo degli increduli interessati o di
cattiva fede. Questi sanno benissimo quale opinione dovrebbero avere sullo
spiritismo, ma palesemente lo condannano per motivi d’interesse personale.
Di costoro non v’è niente da dire, come non v’è niente da fare con essi. Se il
materialista puro s’inganna, ha almeno in suo favore la scusa della buona
fede; si può farlo ravvedere provandogli il suo errore; ma vi è qui partito
preso, contro il quale tutti gli argomenti si infrangono; il tempo si incaricherà
di aprire loro gli occhi e di mostrare loro, forse a loro spese, dove stavano i
loro veri interessi, giacché, non potendo impedire alla verità di espandersi,
saranno trascinati dal torrente, e con essi tutti gli interessi che credevano di
difendere.
24 - Oltre queste diverse categorie di oppositori, vi è un’infinità di gradazioni,
fra le quali possiamo annoverare gli increduli per pusillanimità: il
coraggio verrà loro quando vedranno che gli altri non vengono condotti al
rogo; gli increduli per scrupolo religioso: uno studio illuminato
insegnerà loro che lo spiritismo si appoggia sopra le basi fondamentali della
religione, che rispetta tutte le credenze, che anzi è efficacissimo per innestare
il sentimento religioso in quelli che non ne hanno, per fortificarlo in quelli nei
quali è tentennante; vi sono poi gli increduli per orgoglio, per spirito di
contraddizione, per noncuranza, per leggerezza, eccetera.
25 - Non possiamo omettere una categoria, che chiameremo degli increduli
per inganno. Questa categoria comprende le persone che sono passate da
una fede esagerata all’incredulità, perché furono soggette ad errori. Da ciò
scoraggiate, hanno tutto abbandonato, tutto respinto. Esse sono nel caso di
colui che nega la buona fede perché fu ingannato. Occorre ancora per esse
uno studio più completo dello spiritismo ed una maggiore esperienza. Colui
che è mistificato dagli spiriti, lo è generalmente perché domanda loro quello
che essi non possono o non devono dire, o perché non è abbastanza
illuminato sopra la cosa per discernere la verità dall’impostura. Molti, d’altra
parte, non vedono nello spiritismo che un nuovo mezzo di divinazione, e
s’immaginano che gli spiriti siano fatti per dire la buona ventura; ora, gli
spiriti leggeri e burloni non tralasciano di divertirsi a loro spese: così essi
annunzieranno mariti alle giovanette, onori all’ambizioso, all’avaro eredità,
tesori nascosti ecc., e ne risultano spesso inganni molto spiacevoli; ma l’uomo
prudente e serio sa preservarsene sempre.
26 - Una classe numerosissima, forse la più numerosa di tutte, ma che non
potrebbe essere collocata fra gli oppositori, è quella degli incerti. Essi sono
generalmente spiritualisti per principio; la maggior parte di essi ha una
vaga intuizione delle idee spiritiche, un’aspirazione verso qualche cosa che
non possono definire; difettano soltanto di ordine e di chiarezza nei loro
pensieri; lo spiritismo è per essi come un lampo di luce, il chiarore che dissipa
la nebbia; per cui accolgono lo spiritismo con premura, perché li libera dalle
angosce dell’incertezza.
27 - Se noi gettiamo un colpo d’occhio sulle diverse categorie di credenti,
troveremo innanzitutto gli spiritisti senza saperlo; questa, a dire il
vero, è una gradazione della classe precedente. Senza mai avere sentito
parlare di dottrina spiritica, hanno il sentimento innato dei grandi principi in
essa contenuti, e questo sentimento si riflette sopra certi passi dei loro scritti
e dei loro discorsi, a tal punto che udendoli si crederebbero completamente
iniziati. Se ne trovano numerosi esempi negli scrittori sacri e profani, nei
poeti, negli oratori, nei moralisti, nei filosofi antichi e moderni.
28 - Fra quelli che sono stati convinti da uno studio immediato, si possono
distinguere:
1) Quelli che credono puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo
spiritismo è per essi una semplice scienza d’osservazione, una serie di fatti più
o meno curiosi; noi li chiameremo spiritisti sperimentatori.
2) Quelli che nello spiritismo vedono qualcosa oltre i fatti; ne comprendono
la parte filosofica; ne ammirano la morale, ma non la praticano. La sua
influenza è insignificante o nulla sul loro carattere; non cambiano niente alle
loro abitudini e non si priverebbero d’un solo godimento. L’avaro rimane
sempre tale, l’orgoglioso sempre pieno di se stesso, l’invidioso ed il geloso
sempre ostili; per essi la carità cristiana non è che una bella massima; costoro
sono gli spiritisti imperfetti.
3) Quelli che non si contentano di ammirare la morale spiritica, ma che la
praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti che l’esistenza
terrestre sia una prova passeggera, cercano di mettere a profitto questi istanti
così brevi per camminare nella via del progresso, che solo può elevarli nella
gerarchia del mondo degli spiriti, sforzandosi di fare il bene e di reprimere le
loro tendenze cattive; le loro relazioni sono sempre sicure, poiché la loro
convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La carità è in ogni cosa la
regola della loro condotta; questi sono i veri spiritisti, o meglio, gli
SPIRITISTI CRISTIANI.
4) Vi sono infine gli spiritisti esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se
essa non prendesse che il lato buono delle cose. L’esagerazione è nociva in
tutto; nello spiritismo imprime una confidenza troppo cieca e spesso puerile
alle cose del mondo invisibile, e fa accettare troppo facilmente e senza
controllo certe cose o fatti di cui la riflessione e l’esame dimostrerebbero
l’assurdità e la impossibilità; ma l’entusiasmo non riflette: esso abbaglia.
Questa categoria di adepti è più nociva che utile alla causa dello spiritismo;
sono i meno atti a convincere, giacché si diffida, e con ragione, del loro
raziocinio; essi sono beffati senza che se ne avvedano in alcun modo, sia dagli
spiriti mistificatori, sia dagli uomini che cercano di sfruttare la loro credulità.
Il male non sarebbe tanto grande se essi dovessero essere i soli a subirne le
conseguenze; ma essi danno senza volerlo, le armi agli increduli, i quali
cercano di beffare, piuttosto che di convincersi, addossando a tutti il ridicolo
meritato da alcuni. Certamente ciò non è né giusto né razionale; ma si sa che
gli avversari dello spiritismo riconoscono soltanto la loro ragione come di
buona lega, ed è il minimo dei loro fastidi il conoscere a fondo quello di cui
parlano.
29 - I mezzi di convinzione variano estremamente secondo gli individui;
quello che persuade gli uni non produce effetto sugli altri; chi resta convinto
da qualche manifestazione materiale, chi da comunicazioni intelligenti, il più
gran numero dal ragionamento. Noi possiamo anche dire che i fenomeni sono
di poco peso per la maggior parte di coloro che non vi sono preparati dal
ragionamento; più questi fenomeni sono straordinari, più si allontanano dalle
leggi conosciute e maggiormente incontrano opposizione, e ciò per una
ragione molto semplice, cioè perché l’uomo è portato a dubitare per sua
natura di ogni cosa che non abbia una sanzione razionale; ciascuno la
considera dal suo punto di vista e se la spiega alla sua maniera: il materialista
vi vede una causa puramente fisica od un inganno: l’ignorante ed il
superstizioso, una causa diabolica o soprannaturale; mentre una anticipata
spiegazione ha per effetto di distruggere le idee preconcette e di mostrare, se
non la realtà, almeno la possibilità della cosa. La si comprende così prima
d’averla vista; ora, dal momento che la possibilità è riconosciuta, la
convinzione è per tre quarti fatta.
30 - E’ forse utile cercare di convincere un incredulo ostinato? Abbiamo detto
che ciò dipende dalle cause e dalla natura della sua incredulità; spesso
l’insistenza che si mette a persuaderlo lo fanno credere nella sua personale
importanza, il che diventa per lui un motivo per ostinarsi di più. Colui che
non è convinto né dal ragionamento né dai fatti, deve ancora subire la prova
dell’incredulità. Conviene lasciare alla Provvidenza la cura di presentare a lui
circostanze favorevoli; sono abbastanza numerosi coloro che volenterosi
cercano la luce perché si debba perdere il tempo con chi la rigetta. Dirigetevi
dunque agli uomini di buona volontà, il cui numero è maggiore di quello che
si creda, ed il loro esempio, moltiplicandosi, vincerà più resistenze che le
parole. Il vero spiritista non mancherà mai di occasioni per fare il bene in
sollievo dei cuori afflitti, recando la consolazione, calmando i trasporti delle
disperazioni, operando riforme morali; in ciò consiste la sua missione; colà
pure troverà la sua vera soddisfazione. Lo spiritismo è nell’aria; si spande per
la forza delle cose, e perché rende felici quelli che lo professano. Quando i suoi
avversari sistematici lo sentiranno rumoreggiare a sé d’intorno, e fra i loro
stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno costretti a tacere o ad
arrendersi.
31 - Per procedere nell’insegnamento dello spiritismo come si farebbe nelle
scienze ordinarie, converrebbe passare in rivista tutta la serie dei fenomeni
che possono prodursi, incominciando dai più semplici, per arrivare
successivamente ai più complessi; ora ciò non si può fare, poiché sarebbe
impossibile fare un corso di spiritismo sperimentale, come si fa un corso di
fisica o di chimica. Nelle scienze naturali si opera sulla materia bruta che si
manipola a volontà, e si è quasi sempre sicuri di poterne regolare gli effetti;
nello spiritismo si ha a che fare con intelligenze le quali hanno la loro libertà,
e ci provano ad ogni momento che non sono sottomesse ai nostri capricci;
conviene dunque osservare, aspettare i risultati, prenderli al volo. E’ perciò
che affermiamo a chiare lettere che è un ignorante o un impostore
chiunque si vantasse di ottenerli a volontà. Per questo motivo il vero
spiritismo non si metterà giammai in spettacolo e non salirà mai sui
palcoscenici. Vi è persino qualcosa d’illogico nella supposizione che gli spiriti
vengano a fare la parata ed a sottomettersi ad un’investigazione qualunque,
come semplici oggetti di curiosità.
I fenomeni, dunque, potrebbero o mancare quando se ne avrebbe bisogno, o
presentarsi in un ordine completamente differente da quello che si desidera.
Aggiungiamo ancora che per ottenerli occorrono persone dotate di facoltà
speciali, e che queste facoltà variano all’infinito secondo l’attitudine degli
individui. Ora, essendo estremamente raro che la stessa persona abbia tutte le
attitudini, ciò costituisce una difficoltà in più, giacché occorrerebbe avere
sempre sottomano una vera collezione di medium, il che non è quasi
possibile.
Il mezzo di ovviare a questo inconveniente è semplicissimo, bisogna cioè
incominciare dalla teoria; tutti i fenomeni vi sono passati in rivista; essi sono
spiegati, si può rendersene conto, comprenderne la possibilità, conoscere le
condizioni nelle quali si possono produrre e gli ostacoli ch’essi possono
incontrare; qualunque sia allora l’ordine col quale si manifesteranno in forza
delle circostanze, non avranno più niente che possa sorprendere.
Questa via offre ancora un altro vantaggio; quello, cioè, di risparmiare, a chi
vuol operare, una quantità di disinganni; essendo premunito contro le
difficoltà, può stare in guardia ed evitare di acquistare l’esperienza a sue
spese.
Dal momento che ci occupiamo di spiritismo, ci sarebbe difficile dire il
numero delle persone che sono venute da noi, e fra queste quante ne abbiamo
viste restare indifferenti od incredule in presenza dei fatti più evidenti, e che
furono convinte più tardi da una ragionata spiegazione; quante altre furono
disposte alla convinzione dal ragionamento, quante altre, infine, furono
persuase senza avere visto niente, ma unicamente perché avevano compreso!
Noi parliamo dunque, per esperienza, la quale ci ha dimostrato che il miglior
metodo d’insegnamento spiritico è di dirigersi alla ragione prima di colpire gli
occhi. Questo è pure il metodo che teniamo nelle nostre lezioni, del quale noi
non abbiamo che ad applaudirci.
32 - Lo studio preventivo della teoria ha ancora il vantaggio di mostrare
immediatamente la grandezza dello scopo e la portata di questa scienza;
invece, chi incomincia col vedere una tavola girare o battere dei colpi, è più
portato alla celia, poiché difficilmente può figurarsi che da una tavola possa
uscire una dottrina rigeneratrice dell’umanità. Noi abbiamo sempre osservato
che coloro i quali credono prima d’aver visto, ma solo perché hanno letto e
compreso, ben lungi dall’essere superficiali, sono al contrario quelli che
riflettono di più. Attaccandosi più al fondo che alla forma, per essi la parte
filosofica è la principale, ed i fenomeni propriamente detti l’accessorio; essi
dicono: quand’anche questi fenomeni non esistessero, ne resterebbe
comunque una accettabile filosofia, che da sola risolve problemi rimasti finora
insolubili; che da sola dà la teoria più razionale del passato dell’uomo e del
suo avvenire. Ora, essi preferiscono una dottrina che spieghi, ad un’altra che
non spieghi o che spieghi male. Chiunque rifletta capisce benissimo che si
potrebbe fare astrazione dalle manifestazioni, e che la dottrina sussisterebbe
sempre; le manifestazioni vengono a corroborarla, a confermarla, ma non ne
sono la base essenziale; l’osservatore serio non le rigetta; al contrario, ma egli
attende le circostanze favorevoli che gli permettano di esserne testimonio. La
prova di ciò che noi manifestiamo è che, prima d’avere inteso parlare delle
manifestazioni, una quantità di persone aveva l’intuizione di questa dottrina,
la quale non fece che dare un corpo, un assieme alle loro idee.
33 - Sarebbe d’altra parte inesatto dire che mancano di osservazioni pratiche
coloro che incominciano dalla teoria; essi, al contrario, ne hanno di quelle che
ai loro occhi sono di un peso assai più grande di tutto quanto si potrebbe
produrre in loro presenza. Questi sono i fatti di numerose manifestazioni
spontanee, di cui parleremo nei seguenti capitoli. Pochi sono coloro che non
ne abbiano conoscenza almeno per relazioni intese; molti ne furono essi stessi
testimoni oculari, sebbene non vi abbiano prestato che una mediocre
attenzione. La teoria ha per scopo di darne la spiegazione; e noi diciamo che
questi fatti hanno un gran peso, allorché si appoggiano sopra irrecusabili
testimonianze, a cui non si può supporre né preparazione né connivenza. Se i
fenomeni provocati non esistessero, i fenomeni spontanei sussisterebbero
egualmente, e lo spiritismo avrebbe per risultato di darne una razionale
soluzione, e sarebbe già molto. E’ per questo, che la maggior parte di coloro
che leggono preventivamente, riportano le loro reminiscenze su questi fatti,
che sono per essi una conferma della teoria.
34 - Si ingannerebbe sulla nostra maniera di considerare la questione chi
supponesse che noi consigliamo di trascurare i fatti: sono i fatti che ci
hanno condotto alla teoria. E’ vero che abbiamo dovuto spendervi una
fatica assidua per molti anni, coadiuvata da migliaia di osservazioni; ma
poiché i fatti ci hanno servito e ci servono giornalmente, saremmo
inconseguenti con noi stessi contestandone l’importanza, e soprattutto
allorché facciamo un libro destinato a farli conoscere. Affermiamo soltanto
che senza il ragionamento essi non bastano per determinare la convinzione; è
necessaria una spiegazione preventiva dimostrante che essi nulla hanno di
contrario alla ragione, per disporre ad accettarli. Difatti, su dieci persone
completamente novizie che assisteranno ad una seduta sperimentale, fosse
anche delle più soddisfacenti dal punto di vista degli iniziati, ve ne sono nove
che ne usciranno senza essere convinte, e qualcuna sarà più incredula di
prima, giacché le esperienze non avranno corrisposto alla loro aspettativa.
Ben altra cosa avverrà di quelle che potranno rendersene conto per mezzo
d’una conoscenza teorica anticipata; per esse ciò è solo un mezzo di controllo;
ma niente le sorprende, nemmeno l’insuccesso, giacché sanno in quale
condizione si producono i fatti, e che non bisogna domandare loro più di
quello che possono dare.
La comprensione anticipata dei fatti le mette dunque nella posizione di
rendersi conto di tutte le anomalie, ed inoltre permette loro di cogliere una
quantità di particolari, di gradazioni sovente delicatissime, che sono per esse
mezzi di convinzione, i quali sfuggono all’osservatore ignorante. Tali sono i
motivi che ci impegnano ad ammettere alle nostre sedute sperimentali
soltanto quelle persone che già posseggono nozioni preparatorie sufficienti
per capire quello che vi accade, persuasi che le altre vi perderebbero il loro
tempo o ci farebbero perdere il nostro.
35 - Noi consigliamo coloro che vorranno acquistare queste conoscenze
preliminari con la lettura delle nostre opere a voler tenere l’ordine seguente:
1) Che cosa è lo Spiritismo? Questo volumetto è un’esposizione sommaria
dei principi della dottrina spiritica, un colpo d’occhio generale che permette
di abbracciarne l’insieme in un quadro ristretto. In poche parole se ne vede lo
scopo e si può giudicare della sua portata. Vi si trova inoltre la risposta alle
principali questioni od obiezioni che sono naturalmente disposte a fare le
persone novizie. Questa prima lettura, che richiede soltanto poco tempo, è
un’introduzione che facilita uno studio più profondo.
2) Il Libro degli Spiriti, contiene la dottrina completa dettata dagli spiriti
stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue conseguenze morali; il destino
futuro dell’umanità vi è svelato. come pure l’iniziazione alla natura degli
spiriti ed ai misteri della vita d’oltretomba. Leggendolo si comprende che lo
spiritismo ha uno scopo serio, e non è un frivolo passatempo
3) Il Libro dei Medium, è destinato a dirigere la pratica delle
manifestazioni, con la conoscenza dei mezzi più propri per comunicare con gli
Spiriti; esso è una guida sia per i medium, che per gli evocatori, ed il
complemento del Libro degli Spiriti.
4) La Rivista Spiritica, è una raccolta svariata di fatti, di spiegazioni
teoriche e di pezzi staccati, i quali completano quello che è detto nelle due
precedenti opere, essendone in qualche maniera l’applicazione. La lettura può
esserne fatta nello stesso tempo, ma sarà più profittevole e più intelligibile
soprattutto dopo quella del Libro degli Spiriti.
Ecco qual è il frutto delle nostre fatiche.
Quelli, poi, che tutto vorranno conoscere in una scienza, debbono
necessariamente leggere tutto ciò che si è scritto in proposito, od almeno le
cose principali, e non limitarsi ad un solo autore; essi debbono leggere il pro
ed il contro, tanto le critiche quanto le apologie, iniziarsi ai differenti sistemi
onde poter giudicare facendo i dovuti raffronti.
Sotto questo aspetto noi non preconizziamo né critichiamo nessuna opera,
non volendo influenzare per nulla l’opinione che ognuno se ne potrebbe
formare; portando la nostra pietra all’edificio, ci collochiamo nelle righe:, non
è nostro compito d’essere insieme giudice e parte, e non abbiamo la ridicola
pretesa d’essere i soli dispensatori della luce; sta al lettore giudicare la parte
del buono e del cattivo, del vero e del falso.
“L’essere umano è in qualsiasi situazione,
quello che aspira,
l’irradiazione di quello che sente,
gli interessi che coltiva.”
Spirito Joanna de Ângelis
Psicografia Divaldo Pereira Franco