Ciao, Francesco, e ciao anche a tutti gli altri.
Anime iniziate o meno, di fronte alla situazione che stiamo vivendo siamo più o meno tutti accomunati dalla paura e dalla preoccupazione per quanto ci riserva il futuro. E se non è il virus a spaventarci direttamente, può farlo il pensiero della crisi economica che da tutto questo è determinata, dunque nessuno, per un verso o per l'altro, può sentirsi ragionevolmente tranquillo. Non voglio insinuare che "mal comune è mezzo gaudio", perchè, ti assicuro, non ho mai ritenuto valido tale detto: se dieci, cento, mille persone soffrono, abbiamo dieci, cento, mille dolori, e non è certo che più persone soffrono più si ha il diritto di sentirsi tranquilli o consolati, anzi! No, ciò che voglio evocare è un sano sentimento di solidarietà, attraverso il quale soltanto possono diffondersi il coraggio e la fiducia.
All'inizio di tutta questa faccenda, lo confesso, io ero fra coloro che propendevano per l'ipotesi della "farsa", del "complotto" messo in piedi da forze oscure per noi incontrollabili per chissà quali depravati scopi; in fondo, conosciamo tutti i "nostri polli", non è forse vero? Ora so che non è così, e so che ci sono davvero migliaia di vittime in tutto il mondo. Una vera tragedia, certo, ma pur sempre qualcosa che è dipeso e dipende dalla natura, e questo deve darci speranza, perchè la natura ci è amica, anche quando sembra di no. La natura persegue sempre il fine dell'autoconservazione, tutto quanto conosciamo che abbia una natura organica è destinato a soccombere, e questo Covid-19 non fa eccezione: anch'esso sarà debellato, si troverà il modo di renderlo inoffensivo e forse non ci vorrà nemmeno tanto tempo quanto temiamo. Rimarranno le vittime e il loro ricordo, del resto anche noi facciamo parte della natura, e non possiamo sottrarci alle sue regole; ma tutto questo, come ogni cosa, ha il solo scopo di farci comprendere cosa veramente dobbiamo perseguire nella nostra vita; la solidarietà, la speranza, il coraggio che dobbiamo infonderci vicendevolmente. Ci viene ricordato una volta di più, se ancora non lo abbiamo capito, che dobbiamo batterci per il bene di tutti e a partire da ciascuno di noi, lasciando da parte egoismi, invidie, avidità, cattiverie, ingiustizie e tutte quelle sciocche questioni individuali che ci fanno deviare dalla retta via. Se non faremo crescere e non renderemo ben salda tale convinzione dentro ciascuno di noi, allora tutte quelle persone saranno morte invano. Dobbiamo onorare la loro memoria, e rispettare il sacrificio di coloro che rischiano la propria stessa vita per salvare la nostra, convincendoci che siamo sempre e comunque chiamati ad amarci l'un l'altro.
Dobbiamo tenere ben presente che la causa di tutto ciò non è un dio sadico vittima della noia che per spezzare la monotonia decide di chiamare alla morte a caso le sue creature! La natura è UNA, e segue le sue regole fisiche e biologiche che sono uguali per tutto e per tutti, e il fatto di essere degli
Homo sapiens non ci rende esenti da tali regole. Ci siamo arrogati il diritto di sopraffare quanto ci circonda e procediamo imperterriti su questa strada, ma questo non fa di noi dei privilegiati, ne' tantomeno degli esseri immortali.
Anch'io, caro Francesco, ho paura, non per me ma per le persone che amo; ma la speranza mi viene proprio da quanto ho detto, e di cui sono fermamente convinto. Usciremo da questo incubo, stanne certo, e a noi rimarrà l'obbligo morale del
ricordo di esso e degli insegnamenti che, se saremo stati abbastanza attenti, ne avremo tratto. Solo così potremo dire di aver trovato un significato a tanto dolore.
Ti abbraccio forte!