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Passi
In tutte le riunioni del gruppo nel quale partecipava Alessandro con attribuzioni di orientatore, erano vari i servizi che si sviluppavano sotto la responsabilità dei compagni disincarnati. Non sempre mi fu possibile studiarli separatamente; ma rispetto ad alcuni di essi, non mi contenni davanti al forte desiderio di ricevere chiarimenti dal rispettabile istruttore. Uno di quei servizi era quello dei Passi magnetici somministrati ai frequentatori della casa Spiritista.
Il lavoro era svolto da sei entità, vestite con tuniche molto bianche, come infermieri vigilanti. Quasi non parlavano e operavano con intensità. Tutte le persone che accorrevano in quel luogo, ricevevano da essi il tocco salutare e dopo avere soddisfatto gli incarnati, somministravano soccorso efficiente alle entità infelici del nostro piano, principalmente a quelle che componevano il seguito familiare dei nostri amici della Terra.
Domandando ad Alessandro di quella sessione di attività spirituale, indicando i compagni in silenzioso sforzo, il mentore, con la bontà di sempre, chiarì:
– Questi nostri amici sono tecnici in aiuto magnetico che compaiono qui per dare Passi di soccorso. Si tratta di un dipartimento delicato dei nostri compiti che esige molta saggezza e responsabilità.
– Questi lavoratori – interrogai – devono essere creditori di requisiti speciali?
– Sì – spiegò il mentore amico –, nell’esecuzione del compito che è loro raccomandato, non basta la buona volontà, come succede in altri settori della nostra attuazione, devono possedere determinate qualità di ordine superiore e certe conoscenze specialistiche. Il servitore del bene, anche disincarnato, non può essere efficiente in simile servizio, se ancora non è riuscito a mantenere un modello superiore di continua elevazione mentale, questa è una condizione indispensabile per l’esteriorizzazione delle facoltà radianti. Il missionario dell’aiuto magnetico, tanto sulla Terra come nella nostra sfera, deve avere un grande controllo di sé stesso, naturale equilibrio di sentimenti, accentuato amore per i simili, alta comprensione della vita, fede vigorosa e profonda fiducia nel Potere Divino. Mi tocca aggiungere che, simili requisiti, nel nostro piano, costituiscono esigenze dalle quali non si può sfuggire, mentre nella sfera carnale, la buona volontà sincera può, in molti casi, supplire questa o quella mancanza, che si giustifica in virtù dell’assistenza prestata dai benefattori dei nostri circoli di azione al servitore umano ancora incompleto nel campo delle qualità desiderabili.
Sentendo le considerazioni dell’orientatore, mi ricordai che, in effetti che, nelle riunioni abituali del gruppo, si vedevano di tanto in tanto dei medium in servizio di applicazione dei
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passi, accompagnati da vicino dalle entità menzionate. Allora, mi avvalsi dell’occasione per intensificare il mio apprendimento.
– Gli amici incarnati – domandai –, in generale, potrebbero collaborare in simili attività di aiuto magnetico?
– Tutti, con maggiore o minore intensità, potranno prestare concorso fraterno, in questo senso – rispose l’orientatore –, perché una volta rivelata la disposizione fedele di cooperare servendo il prossimo, per questo o quel lavoratore, le autorità del nostro piano designano entità sagge e benevolenti che orientano indirettamente il neofita, utilizzando la sua buona volontà e arricchendo il suo proprio valore. Tuttavia, sono molto rari i compagni che dimostrano la vocazione di servire in modo spontaneamente. Molti, nonostante siano buoni e sinceri nelle loro convinzioni, aspettano la medianità curatrice, come se si trattasse di un avvenimento miracoloso nelle loro vite e non un servizio del bene che chiede al candidato l’iniziale sforzo laborioso. Indubbiamente, riferendoci ai fratelli incarnati, non possiamo esigere la cooperazione di nessuno nell’ambito dei nostri lavori normali; ma, se qualcuno di loro ci viene incontro, sollecitando la sua ammissione nei compiti di aiuto, logicamente riceverà il nostro migliore orientamento nel campo della spiritualità.
– Anche se l’operaio umano rivela valori molto limitati, può essere utilizzato? –interrogai con curiosità.
– Perfettamente – aggiunse Alessandro, attento –. Sempre che il suo interesse nelle acquisizioni sacre del bene sia mantenuto sopra qualunque preoccupazione transitoria, egli deve aspettarsi un incessante progresso delle facoltà radianti, non solo per il suo stesso sforzo, ma anche per il concorso dell’Altissimo, del quale si fa creditore.
Non lontano da noi, rimanevano in metodica attività i tecnici spirituali dell’aiuto magnetico. Nei loro lavori silenziosi riconoscevo un mondo nuovo di insegnamenti, che mi invitava a proficue esperienze ma tenendo in conto le spiegazioni dell’istruttore, riflettei sulla possibilità di contribuire alla illuminazione di qualche amico incarnato e, quindi, domandai:
– Mentre ci troviamo sulla Terra, avvolti dai fluidi più densi, come potremo sviluppare la capacità radiante?
L’orientatore percepì la mia intenzione e chiarì rapidamente:
– Ottenuta la qualità basilare, il candidato al servizio, ha bisogno di considerare l’urgente necessità della sua elevazione, affinché le sue opere si elevino allo stesso ritmo. Parleremo solamente delle conquiste più semplici, delle più immediate, che deve fare dentro sé stesso. Innanzitutto, è necessario equilibrare il campo delle emozioni. Non è possibile somministrare forze costruttive a qualcuno, nonostante la condizione di strumento utile, se facciamo sistematici sprechi delle irradiazioni vitali. Un sistema nervoso sfinito, oppresso, è un canale che non risponde, a causa delle interruzioni sofferte. Il magone eccessivo, la passione sfrenata e l’inquietudine ossessiva, costituiscono barriere che ostacolano il passaggio delle energie ausiliatrici. D’altra parte, è necessario, anche, esaminare le necessità fisiologiche e i requisiti di ordine psichico. È indispensabile il rigore degli elementi, destinati ai magazzini cellulari da parte dello stesso interessato, a rispondere ai compiti del bene. L’eccesso di alimenti produce odori fetidi attraverso i pori, così come delle uscite dai polmoni e dallo stomaco,
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pregiudicando le facoltà radianti, dato che provoca deiezioni anormali e grandi disarmonie nell’apparato gastrointestinale, colpendo l’intimità delle cellule. L’alcool e altre sostanze tossiche causano disturbi nei centri nervosi, modificando certe funzioni psichiche e annullando i migliori sforzi nella trasmissione di elementi rigeneratori e salutari.
Il mentore fece una lunga pausa, osservando l’effetto delle sue parole in me e concluse:
– Terminata la costruzione della buona volontà sincera, il lavoratore leale comprende la necessità di svolgere le qualità alle quali ci riferiamo, dunque, stando in contatto incessante coi benefattori disincarnati che si avvalgono di lui nella missione di protezione dei suoi simili, riceve indiretti suggerimenti di perfezionamento che lo innalzano a posizioni più elevate.
Le osservazioni di Alessandro non potevano essere più chiare.
Anche così, mi azzardai a ponderare:
– Consideriamo che sorga la necessità immediata di soccorrere qualcuno nel circolo degli incarnati ed esaminiamo l’ipotesi che sia imprescindibile uno strumento umano. Immaginiamo che non esista, subito, vicino al nostro compito, l’organo completo e adeguato all’influenza delle potenze superiori, certamente, esisterà al nostro fianco un compagno in condizioni comuni che, sommerso nell’ignoranza, non percepisce i pericoli ai quali espone il suo corpo, ma che si lascia beneficiare dal nostro sforzo spirituale a beneficio di altri. Sarebbe plausibile, in questo caso, che non possa essere utilizzato?
L’istruttore sorrise benevolmente e osservò:
– Sarebbe un atteggiamento troppo rigoroso. In ogni posto dove ci sia merito nei sofferenti e buona volontà in quelli che soccorrono, possiamo somministrare il beneficio spirituale con relativa efficienza. Tutti i malati possono raggiungere la salute; tutti i deviati, quando lo desiderano, ritornano all’equilibrio. Se la pratica del bene fosse completamente riservata agli Spiriti buoni, sarebbe impossibile la redenzione umana. Qualunque quota di buona volontà e di spirito di servizio riceve da parte nostra la migliore attenzione.
Alessandro si mantenne in silenzio per un momento e chiarì:
– Quando ci riferiamo alle qualità necessarie nei seguaci di questo campo di aiuto, non desideriamo scoraggiare nessuno, piuttosto, desideriamo orientare le aspirazioni del lavoratore affinché il suo compito cresca in valori positivi ed eterni.
In questo momento, si avvicinò uno dei compagni in servizio, chiedendo la cooperazione di Alessandro in un determinato settore.
Egli lo servì con gentilezza. Ma prima di separarsi da me, mi condusse davanti al piccolo gruppo di entità che si incaricavano di dare dei Passi e presentandomi all’amico che esercitava la direzione del lavoro, generosamente gli spiegò:
– Anacleto: nostro fratello André Luiz che esercitò la funzione di medico nella sua ultima esistenza terrestre, apprezzerebbe ricevere alcune spiegazioni sui servizi della tua specialità. Ti ringrazio in anticipo per quanto potrai fare per lui.
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Il direttore di quel dipartimento di aiuto mi accolse fraternamente e forse perché già si trovava in lavoro attivo o perché era di poche parole, mi invitò senza perdita di tempo alle osservazioni dirette delle attività sotto la sua responsabilità.
Delicatamente, mi mise di fianco a una signora rispettabile che si era seduta a tavola, non lontano dall’orientatore della casa.
– Vediamo questa sorella – esclamò Anacleto, disponendosi all’aiuto affettuoso –, osservi il suo cuore e principalmente la valvola mitrale54.
Mi trattenni in un dettagliato esame della regione menzionata e, effettivamente, scoprii l’esistenza di una tenue nuvola nera, che copriva una grande porzione della zona indicata, interessando anche la valvola aortica e lanciando filamenti quasi impercettibili sul nodo seno–atriale. Esposi al nuovo amico le mie osservazioni ed egli mi rispose:
– Allo stesso modo del corpo fisico, che può ingerire alimenti velenosi che intossichino i suoi tessuti, anche l’organismo perispirituale può assorbire elementi degradanti che gli corrodono i centri di forza, con riflessi sulle cellule materiali. Se la mente della creatura incarnata non raggiunge ancora la disciplina delle emozioni, se alimenta passioni che causano disarmonia con la realtà, può, in qualunque momento, intossicarsi con le emissioni mentali di quelli con cui convive e che si trovano nello stesso stato di squilibrio. A volte, simili assorbimenti costituiscono semplici fenomeni senza grande importanza; ma, in molti casi, possono causare pericolosi disastri organici. Questo succede, principalmente, quando gli interessati non fanno una vita di preghiera, la cui influenza benefica può annullare innumerevoli mali.
E indicando il cuore carnale della sorella presente, continuò:
– Questa amica, questa mattina, ha avuto seri dispiaceri con suo marito, dando inizio a una grave condizione di disarmonia intima. La piccola nuvola che le avvolge il cuore, rappresenta materia mentale fulminante. La permanenza di simili residui nel cuore può causarle una pericolosa malattia. Rispondiamo al caso.
Sempre sotto la mia osservazione, Anacleto assunse un nuovo atteggiamento, facendomi capire che andava ad aumentare le sue espansioni irradianti e subito cominciò ad agire per imposizione. Collocò la mano destra sull’epigastrio55 della paziente, nella zona inferiore dello sterno e, con sorpresa, notai che la destra, così disposta, emetteva sublimi fasci di luce che si dirigevano al cuore della signora malata, osservandosi nitidamente che i raggi di luminosa vitalità erano spinti dalla forza intelligente e cosciente dell’emittente. Assediata dai principi magnetici posti in azione, la ridotta porzione di materia nera, che avvolgeva la valvola mitrale, si staccò lentamente e come se fosse attratta dalla vigorosa volontà di Anacleto, si situò nei tessuti della superficie, estendendosi, sotto gli effetti della mano irradiante, lungo l’epidermide. Allora il magnetizzatore spirituale iniziò il servizio più attivo del Passe, deviando la maligna influenza. Fece un doppio contatto sull’epigastrio, alzando e abbassando entrambe le mani, dopo, lentamente, attraverso i fianchi, scendendo fino alle ginocchia, ripetendo il contatto nella
54 Valvola Mitrale, una delle quattro valvole presenti all'interno del cuore (assieme alle valvole aortica, tricuspide e polmonare)
55 Epigastrico - La parte superiore dell'addome detta nel linguaggio comune ‘bocca dello stomaco.
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regione menzionata e continuando le stesse operazioni per diverse volte. In poco tempo, l’organismo della malata tornò alla normalità.
Io ero impressionato. E siccome il tema trattava di problemi spirituali di elevato significato, quando l’istruttore finì il lavoro, domandai:
– Mi perdoni la domanda, ma, nel caso in cui questa sorella non fosse stata soccorsa mediante la collaborazione di una casa spiritista come questa, come se la sarebbe cavata con quella malattia nascosta? Sarebbe stata abbandonata?
– In nessun modo – rispose Anacleto, sorridendo. – Esistono vere legioni di lavoratori della nostra specialità, che proteggono le creature che, attraverso elevate aspirazioni, cercano il cammino sicuro nelle istituzioni religiose di tutti i tipi. La manifestazione della fede non si limita alla semplice affermazione meccanica di fiducia. L’uomo che, mentalmente e profondamente, vive la religione che gli insegna il sentiero del bene, si trova in attività intensa e rinnovatrice, ricevendo, per questo, i più forti contributi di difesa spirituale, apprendo così la porta viva dell’anima affinché riceva il soccorso dell’Alto attraverso la preghiera e la posizione attiva di fiducia nel Potere Divino.
Il nuovo compagno indicò la sorella che si liberava dalla disastrosa influenza e chiarì:
– La nostra amica sta cercando la verità piena di sincera fiducia in Gesù. Pecorella fustigata dalla tempesta del mondo e inesperta nella sfera della conoscenza, si rivolge al Divino Pastore quale bambina fragile, assetata dell’affetto materno. Se stesse pregando in una chiesa cattolica romana o in un tempio buddista, riceverebbe il soccorso della nostra Sfera, per mezzo di questo o di quel gruppo di lavoratori del Cristo. Naturalmente, qui, nel seno di un’organizzazione lontana delle ombre dei pregiudizi e dal dogmatismo, il nostro concorso fraterno può essere più efficiente, più puro e le sue possibilità di beneficio sono molto più ampie. Ma è necessario segnalare che i soccorritori magnetici transitano dappertutto dove esistano richieste fatte con fede sincera, distribuendo il soccorso del Divino Maestro, nelle migliori condizioni di servizio. Ovunque vibri il sentimento sincero ed elevato, si apre un cammino verso la protezione di Dio.
Il chiarimento mi fece molto bene per la rivelazione di imparzialità nella distribuzione dei beni del nostro piano.
Nel frattempo, un’altra domanda mi sovvenne immediatamente.
– Anche così, amico mio – considerai –, ammettiamo che questa nostra sorella fosse estranea a qualunque attività di ordine spirituale. Immaginiamola senza fede, senza affiliazione a nessuna scuola religiosa e senza nessun certificato di merito nella pratica della virtù. Anche così, riceverebbe il beneficio dei Passi liberatori?
Anacleto, con quella bontà paziente che io conoscevo in Alessandro, osservò:
– Se fosse una creatura di sentimenti retti, benché ostile alla religione, nelle sue meditazioni naturali riceverebbe aiuto, benché, naturalmente, in forma minore, a causa della sua incapacità di accoglienza delle nostre energie radianti; ma, se fosse integralmente sommersa nelle ombre dell’ignoranza o della malvagità, rimarrebbe distante dalla collaborazione di ordine superiore e le sue forze fisiche soffrirebbero usure violente e inevitabili, per la continua
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intossicazione mentale. Chi si chiude alle idee rigeneranti, fuggendo dalle leggi della cooperazione, sperimenterà ovvie conseguenze.
Soddisfatto con le spiegazioni ricevute, riconoscevo che non mi competeva interrompere il corso dei lavori, solamente per soddisfare la mia curiosità.
Il nuovo compagno si diresse a un altro settore. Ci posizioniamo, ora, di fianco ad un signore di età avanzata, sul cui organismo, Anacleto richiamò la mia attenzione.
Lo analizzai accuratamente. Con stupore, notai il fegato profondamente alterato. Un’altra nuvola, anch’essa molto oscura, copriva gran parte dell’organo, obbligandolo a strani squilibri.
Tutta la vescicola biliare ne era affetta. E si vedeva, con nitidezza, che i riflessi neri di quella piccola porzione di materia tossica raggiungevano il duodeno e il pancreas, modificando il processo digestivo. Alcuni minuti di osservazione silenziosa mi facevano conoscere l’estrema perturbazione che colpiva l’organo della bile. Le cellule epatiche sembravano preda di pericolose vibrazioni.
Diressi all’amico spirituale uno sguardo di stupore.
– Hai visto? – disse egli, benevolmente. – Ogni perturbazione mentale è ascendente di gravi processi patologici. Affliggere la mente è alterare le funzioni del corpo. Per questo motivo, qualunque inquietudine intima si chiama disarmonia e le perturbazioni organiche si chiamano malattie.
Collocò la sua destra amica sulla fronte di quell’uomo e aggiunse:
– Questo fratello, portatore di un temperamento molto vivo, ha moltissimi dei valori positivi della personalità umana. Ha attraversato innumerabili esperienze in lotte passate e ha imparato a dominare gli avvenimenti e le situazioni, con invidiabile energia. Ora, sta imparando a dominare sé stesso, a conquistare la sua illuminazione interna. Tuttavia, in simile compito, sperimenta scontri intensi, perché dentro il suo carattere dominante, si vede sollecitato a distruggere varie concezioni che riteneva preziose e sacre. In questo impegno, gli stessi insegnamenti del Cristo che gli servono da modello al suo rinnovamento, in certe circostanze, dolgono nell’ intimo, come martellate. Tuttavia, quest’uomo è sincero e desidera in realtà riformarsi. Ma soffre intensamente, perché è obbligato ad assentarsi dal suo campo esclusivo, verso il cammino del vasto territorio della comprensione generale. Da tempo sta lottando dentro di sé nel circolo dei conflitti di questa natura, per adattarsi a certe imposizioni di origine umana che gli sono necessarie per il suo apprendimento spirituale e in quel gigantesco sforzo mentale, egli stesso produce pensieri terribili e distruttori che secernono materia velenosa che è immediatamente attratta verso il suo punto organico più debole che è il fegato. Tuttavia egli si trova in preghiera rigeneratrice e faciliterà il nostro servizio di soccorso per l’emissione di energie benefiche. Se non fosse per la preghiera che gli rinnova le forze riparatrici e se non fosse per il soccorso immediato della nostra sfera, potrebbe essere vittima di malattie mortali del corpo. La permanenza indefinita di materiale tossico nell’intimità di questo organo di importanza vitale, determinerebbe movimenti distruttivi nei globuli rossi del sangue, complicherebbe le azioni combinate della digestione e perturberebbe, in modo fatale, il metabolismo delle proteine.
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Anacleto fece una pausa più lunga, sorrise cordialmente e aggiunse:
– Ma ciò non succederà. Nella lotta titanica nella quale si impegna con sé stesso, la volontà ferma di riuscire è la sua ancora di salvezza.
Ero tanto sorpreso da quell’insegnamento che non osai domandargli nient’altro.
Anacleto continuava in piedi e gli applicò un Passe longitudinale sulla testa, partendo dal contatto semplice e facendo scendere la sua mano, lentamente, fino alla regione del fegato che il soccorritore toccava con l’estremità delle sue dita radianti, ripetendo l’operazione per alcuni minuti. Sorpreso, osservai che la nuvola oscura si andava facendo opaca, sciogliendosi poco a poco, sotto l’influsso vigoroso del magnetizzatore in missione di aiuto.
Il fegato tornò alla sua piena normalità. Passati alcuni minuti, ci trovavamo davanti ad una signora incinta, in gravi condizioni di debolezza.
Anacleto si trattenne più rispettosamente.
– Qui – disse, con visibile interesse – abbiamo una sorella che ha assoluto bisogno delle nostre risorse fluidiche. L’anemia cronica le invade l’organismo. In regime di sottoalimentazione, a causa delle difficoltà economiche che la circondano da molto tempo, la sua gravidanza costituisce francamente per lei un processo doloroso. Il marito guadagna molto poco e la moglie è obbligata a lavorare fino a notte inoltrata, con il fine di aiutarlo nel mantenimento della casa. Le sue preghiere rappresentano per questo cuore materno, qualcosa di più che un rifugio. Oltre alle consolazioni spontanee, lei raccoglie forze magnetiche di sostanziale espressione che la sostentano al presente dramma biologico.
Subito indicò la regione dell’utero dicendo:
– Osservi le macchie oscure che circondano l’apparato fetale.
Effettivamente, aderenti al sacco del liquido amniotico, si vedevano microscopiche nuvole brune, che vagavano in varie direzioni, dentro il sublime laboratorio di forze procreatrici.
Facendomi capire la sua profonda conoscenza della situazione, Anacleto continuò:
– Se le macchie attraversassero il liquido, provocherebbero dolorosi processi patologici in tutta la zona dell’epiblasto56. Il fine di quella lotta sarebbe stato l’aborto inevitabile.
Commosso, contemplai la scena divina di quella madre sacrificata, unita all’apparato spirituale di quello che sarebbe suo figlio nel futuro. Fu il capo dell’assistenza magnetica che mi sottrasse da quella silenziosa osservazione, spiegando:
– Nonostante la fede che abbellisce il suo carattere e nonostante i suoi più elevati sentimenti, la nostra amica non riesce, in certe circostanze, a sottrarsi totalmente alla tristezza angosciosa. Da sei giorni è sconfortata, afflitta. Tra qualche tempo, il marito dovrà pagare un debito di rilevante importanza e gli mancano le risorse per farlo.
56 Epiblasto: Abbozzo embrionale dell’ectoderma, detto anche ectoblasto.
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Nonostante tutto ciò la povera signora, oltre a sopportare il peso dei pensieri deleteri che produce, si vede obbligata ad assorbire emanazioni della materia mentale insalubre del compagno che si adagia sul coraggio e sulla rassegnazione della donna. Le vibrazioni dannose che ella accumula sono attratte dalla regione organica in maniera anomala e, per questo motivo, le vediamo unite come piccolissime nubi intorno all’organo riproduttore minacciando, non solo la salute materna, ma anche lo sviluppo del feto.
Sconcertato davanti ai nuovi insegnamenti, osservai che Anacleto richiamò uno dei sostituti, raccomandandogli qualcosa.
Poi, con molta cura, agì mediante l’imposizione delle sue mani sulla testa della malata, come se desiderasse alleviarle la mente. Subito applicò dei Passi rotatori nella regione uterina. Vidi che le macchie microscopiche si riunivano in una sola, formando un piccolo corpo oscuro. Sotto l’influsso magnetico del soccorritore, la ridotta palla fluidica di colore brunastro si trasferì verso l’interno della vescica urinaria.
Intensificando la mia meraviglia, il nuovo compagno, dando per conclusa l’applicazione dei Passi, chiarì:
– Non conviene prolungare l’azione magnetica e ritirare la materia tossica in una sola volta. Lanciata nell’organo escretore dell’urina sarà espulsa facilmente, dispensandoci dalle altre operazioni.
Fu allora che si avvicinò ad Anacleto il servitore al quale mi riferii, portandogli una piccola anfora che mi sembrò contenere essenze preziose.
L’orientatore del servizio la prese accuratamente e disse:
– Ora, è necessario soccorrere l’apparato fetale. L’alimentazione della progenitrice, per forza di circostanze indipendenti della sua volontà, è stata insufficiente.
Anacleto ritirò dal vaso una porzione di sostanza luminosa, proiettandola nelle villosità uterine, col fine di arricchire il sangue materno destinato a somministrare ossigeno all’embrione.
Mentre esprimevo la mia profonda ammirazione per il concorso efficiente di cui ero stato testimone, il generoso soccorritore considerò:
– Non possiamo abbandonare alle circostanze i nostri fratelli ancora nella carne, soprattutto quando cercano la cooperazione necessaria attraverso la preghiera. La preghiera, elevando il livello mentale della creatura che confida e crede nel Divino Potere, favorisce lo scambio tra le due sfere e facilita il nostro compito di aiuto fraterno. Immensi eserciti di lavoratori disincarnati si muovono dappertutto, in nome del Nostro Padre. In considerazione di questo, fratello mio, l’uomo buono troverà, dopo la morte del corpo, nuovi mondi di lavoro che l’aspettano e dove svilupperà, infinitamente, l’amore e la saggezza i cui germi possiede nel suo cuore.
In seguito Anacleto passò a visitare un gentiluomo i cui reni sembravano avvolti da un tessuto nero, tale era la densità della materia mentale fulminante che lo avvolgeva. Lui gli applicò un Passi longitudinale molto affettuosamente e, finita l’operazione, mi disse:
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– Un giorno l’uomo comune comprenderà l’importanza del pensiero. Per adesso, è molto difficile rivelargli il sublime potere della mente.
Il capo di assistenza magnetica si dilungava, forse, in considerazioni educative ma fu avvicinato da uno dei cooperatori del servizio che, con molto garbo, lo avvisò:
– Desidero ricevere il tuo orientamento in un caso di “decima volta”. Si tratta di un nostro conoscente che presenta gravi perturbazioni nella milza.
Molto sorpreso accompagnai Anacleto, che si diresse verso uno dei lati della sala.
Di fronte a noi si trovava un uomo di età avanzata che l’orientatore esaminò con attenzione.
Osservai a mia volta il fegato e la milza che accusavano enorme squilibrio.
– È deplorevole! – esclamò il capo dell’aiuto, dopo aver terminato una lunga investigazione. – Potremo soltanto alleviarlo. Ora, dopo dieci volte di soccorso completo, è indispensabile lasciarlo a sé stesso, fino a quando non si deciderà ad adottare una nuova condotta.
E, dirigendosi al sostituto, aggiunse:
– Potrai offrirgli miglioramento, ma non devi espellergli il carico di forze distruttrici che il nostro ribelle amico ha accumulato da sè. La nostra missione è proteggere coloro che sbagliano e non quella di rafforzare i loro errori.
Percependo il mio stupore, Anacleto spiegò:
– Il nostro sforzo è anche educativo e non possiamo smettere di considerare il dolore che istruisce e aiuta a trasformare l’uomo al bene. Nelle norme di servizio che dobbiamo rispettare in questa casa è imprescindibile valutare le cause nell’estirpazione dei mali altrui. Ci sono persone che si procurano la sofferenza, la perturbazione e lo squilibrio, ed è ragionevole che siano punite da loro stessi per le conseguenze dei loro atti.
Quando troviamo malati in questa condizione, li salviamo per dieci volte consecutive, a titolo di beneficenza spirituale, dai fluidi deleteri in cui si rotolano per loro scelta. Ma se le dieci opportunità sono senza profitto per gli interessati, abbiamo istruzioni superiori per lasciarli dediti alla loro stessa opera, con il fine che imparino a proprie spese. Potremo alleviarli, ma mai liberarli.
Dopo avere fatto una leggera pausa e osservando che io non osavo interrompere i suoi preziosi insegnamenti, Anacleto proseguì:
– Quest’uomo, benché simpatizzi per le nostre attività spirituali, è portatore di un temperamento poco simpatico, perché eccessivamente capriccioso. Gode delle frequenti risse, delle discussioni appassionate e dell’imposizione dei suoi punti di vista. Non controlla la sua ira, destando incessantemente la collera e l’afflizione di quelli che condividono la sua compagnia. Per questo, si trasformò in centro di convergenza di intense vibrazioni distruttrici. Venne nel nostro gruppo alla ricerca di miglioramento e, da molte settimane, tentiamo di
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orientarlo al servizio dell’amore cristiano, cercando di svegliare la sua coscienza affinché pratichi gli obblighi necessari per il suo stesso benessere. Ma questo infelice non ci sente. Acquisisce odio con temibile facilità e non percepisce la pericolosa posizione nella quale si trova. Ci frequenta da poco più di tre mesi e durante questo tempo gli abbiamo fatto già le dieci applicazioni di soccorso magnetico integrale, alleggerendogli i carichi maligni, non solo dei pensieri di angoscia e delle rappresaglie che egli provoca in altri, ma anche nei pensieri crudeli che fabbrica per sé stesso. Ora dobbiamo interrompere il servizio di liberazione per qualche tempo. Da solo, con questa forte esperienza, apprenderà nuove lezioni e acquisirà nuovi valori. Più tardi riceverà di nuovo il soccorso completo.
Profondamente soddisfatto da quel processo educativo, domandai:
– Qual è la misura di tempo stabilita per casi di questa natura?
L’interlocutore, assumendo un atteggiamento discreto, rispose:
– Varia secondo i motivi. L’effetto ubbidisce alla causa.
Anacleto proseguì nel soccorso, mentre io mi perdevo in profonde considerazioni di ordine superiore. Dopo avere rotto i legami carnali, comprendiamo con maggiore chiarezza e intensità, la funzione del dolore nel campo della giustizia costruttrice.
Quei pochi minuti a contatto con il servizio di assistenza magnetica, rinnovavano le mie concezioni riguardo a soccorsi e correzioni. Il Signore ama sempre, ma non perde l’occasione di perfezionare, levigare, educare…
Fu Alessandro che, avvicinandosi, mi fece ritornare alla realtà. I lavori erano finiti.
Abbracciandomi mentre mi salutava, Anacleto affermò:
– Ritorna al nostro settore quando lo desideri. Sarai sempre il benvenuto. La tua partecipazione ci servirà di prezioso stimolo! …
Non trovai parole per ricambiare tanta umile generosità, ma credo che il devoto ausiliario comprese il mio sguardo di profonda gratitudine.
Ed accompagnando il mio istruttore, di ritorno alla nostra colonia spirituale, riconobbi che la mia comprensione si dilatava, come se una nuova fonte di luce germogliasse nel mio cuore.
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Addio
Aspettavo la continuazione dei miei nuovi studi in compagnia di Alessandro; ma, con sorpresa il mio amico Lisias mi portò un invito del caritatevole istruttore.
Si trattava di una riunione di saluti.
Lessi il piccolo e delicato messaggio, dirigendo gli occhi verso il messaggero.
– Saluti? – domandai.
Lisias, rapido, mi chiarì:
– Sì. Alessandro, così come succede con altri orientatori della tua stessa posizione gerarchica, di tanto in tanto, si dirige ai piani più elevati, svolgendo compiti di sublimi espressioni che ancora non possiamo comprendere. Credo che Alessandro debba partire domani, in compagnia di alcuni mentori che gli sono affini e desidererà salutare questa notte i suoi collaboratori e apprendisti.
– E i lavori sulla Terra? – indagai. – non è Alessandro uno degli istruttori diretti di uno dei grandi gruppi spiritisti che conosciamo?
Il compagno rispose con ogni sicurezza:
– Naturalmente, fu già disposta la dovuta sostituzione, in accordo col merito e il miglior profitto dell’istituzione alla quale tu ti riferisci.
E, forse, sentendo la nostalgia che invadeva il mio spirito, Lisias aggiunse:
– Quello che posso assicurarti, è che il venerabile orientatore non ci dimenticherà. Dirigendosi a sfere più alte, la sua unica preoccupazione sarà il servizio di Gesù, con l’arricchimento di sé stesso per esserci più utile.
– Nel frattempo – obiettai – ci mancherà molto… Sento che ci lascerà a metà del lavoro, quando tanto avevamo bisogno del suo prezioso appoggio per l’apprendimento…
Lisias percepì la natura passionale della mia riflessione e disse con fermezza:
– Niente egoismo, André! Sappiamo che Alessandro si assenta per lavorare, ma anche se la sua escursione fosse molto lunga e pienamente devota al riposo ricreativo, spetta a noi, suoi debitori, la partecipazione nell’allegria dei suoi elevati meriti. È necessario esaminare il bene che ancora si può fare, vibrando di giubilo e speranza per le realizzazioni future, per non essere indolenti e improduttivi; pertanto, non dobbiamo dimenticare il bene che si fece o che abbiamo ricevuto, al fine di non essere ingrati.
Quell’osservazione ebbe la virtù di svegliare la mia coscienza. Mi collocai nell’indispensabile equilibrio emozionale. Modificai il mio atteggiamento intimo, reagendo contro le prime impressioni che la notizia mi aveva causato.
Il buon amico comprese e sorridendo affermò:
– Inoltre, non possiamo dimenticare gli obblighi che ci spettano. L’apprendimento, nei differenti corsi in cui si presenta, arriva sempre a una fine, benché la saggezza sia infinita. Dobbiamo dimostrare l’applicazione pratica delle lezioni ricevute. Quale migliore testimonianza di assimilazione possiamo dare all’istruttore amico se non quella di ricevere il suo campo di servizio, nel quale la sua bontà ci iniziò, fino a quando egli ritornerà dalla sua provvisoria escursione?
– È vero! – esclamai.
Rianimato dalle parole di coraggio del compagno, conversammo per alcuni minuti, promettendomi Lisias di ritornare al crepuscolo per andare insieme alla riferita riunione.
Al tramonto, tornava l’apprezzato compagno e ci dirigemmo alla gradevole riunione.
Contemplato dalla nostra colonia spirituale, il firmamento si mostrava singolarmente bello. Numerose costellazioni brillavano abbaglianti e la Luna, molto più grande di come appare vista dalla superficie della Terra, si mostrava più accogliente e tranquilla. Distanti dal bombardamento dei raggi solari che rinnovano la vita incessantemente, i fiori emanavano un delizioso profumo, danzando tranquillamente al soffio della soave brezza.
– Molti apprendisti di Alessandro – commentava Lisias allegramente – andranno a salutarlo questa notte. Manteniamoci all’altezza degli altri, conservando atteggiamenti interni di gratitudine e di serenità.
Ero d’accordo con lo sforzo, ricordandomi delle sublimi lezioni ricevute. Alessandro sapeva farsi amare. Essere superiore senza vantarsi, umile senza servilismo, orientatore sempre disponibile, non solo per insegnare ma anche per imparare, soddisfaceva gli elevati incarichi che gli erano attribuiti, senza alcun delirio dell’“io”, profondamente interessato nel compiere i propositi del Padre e nell’accettare la nostra semplice cooperazione, approfittando di essa. In virtù della sua benedetta comprensione, quell’allontanamento dell’istruttore, benché temporale, mi faceva male allo spirito. In quelle intime disposizioni, contro le quali io reagivo prudentemente, raggiungemmo il bell’ edificio residenziale dove si sarebbe riunita l’affettuosa assemblea.
Mi sorprese vedere il salone magnificamente illuminato. Non esisteva lusso nell’arredamento interno; ma le lampade a forma di stelle, irradiavano un certo chiarore azzurro brillante, offrendo all’ambiente un’espressione di misteriosa bellezza, mischiata con elevata spiritualità. Adornavano le pareti delicati e simbolici arabeschi di fiori naturali, dandoci l’impressione di allegria e benessere.
Presentato da Lisias a vari compagni mi resi conto, subito, del piccolo numero di apprendisti che lì si riunivano. Comparivano solo i discepoli di Alessandro che possibilmente permanevano nella nostra colonia; sessantotto colleghi incluso quindici donne. Tutti i presenti
si riferivano all’amorevole mentore con parole di ammirazione e rispetto. Eravamo tutti grandi debitori del suo cuore.
Una volta salutati tutti gli invitati, il benevolo istruttore venne verso noi, dividendo l’affetto tra ognuno, senza spreco di attitudini esteriori. Era sempre lo stesso Alessandro, ammirevole e semplice. Fraternamente, ci mise completamente a nostro agio, parlò a tutti individualmente sui nostri compiti, studi e realizzazioni. Di seguito, con semplicità, cominciò a parlarci in tono paterno:
– Voi conoscete il motivo della presente riunione. Voglio salutare tutti, dato che devo assentarmi temporaneamente per elevate ragioni di servizio.
Dallo sguardo dei presenti, notai che la maggioranza condivideva la mia nostalgia. Dovevamo molto a quello spirito saggio e benevolo. Dopo una piccola pausa, continuò:
– Conosco la purezza dell’amore che voi mi dedicate e sono sicuro che non ignoriate l’entità della stima che vi consacro. È naturale. Siamo amici nella stessa impresa del bene e associati felici nell’esecuzione della Divina Volontà. Compagni nella lotta costruttiva, questa separazione ci peserebbe, sebbene effimera, se non conservassimo la luce del chiarimento nell’intimo delle nostre anime.
In quel momento, Alessandro fece un lungo intervallo, dirigendo il suo sguardo su di noi, come se tentasse di scrutare i nostri intimi pensieri e proseguì:
– Alcuni collaboratori ai quali molto devo, mi indirizzano appelli affinché rimanessi nella nostra colonia di lavoro, ringrazio la gentilezza commosso. Nelle mie parole non c’è personalismo, ma sì la stima reciproca e fedele che ci dedichiamo. Per questo urge considerare, amici miei, che il servitore umile non deve assorbire il posto che Gesù deve occupare nelle vostre vite. È molto difficile scoprire l’amore senza macchie e a lui consegnarci senza riserve. E perché questa difficoltà è evidente in tutte le strade della nostra evoluzione, quasi sempre cadiamo nel vecchio errore dell’idolatria. È certo che ci troviamo in un’assemblea di cuori semplici e amichevoli e che in questo luogo non c’entrano vaste e massicce considerazioni filosofiche, affinché ci riduciamo al settore del sentimento benedetto. Ma non posso sfuggire alle opportunità di fare serie riflessioni sul problema dei sacri legami che ci uniscono, senza incatenarci gli uni agli altri. Nel nostro percorso di perfezionamento, ben come nel cammino del progresso dell’umanità terrestre in generale, hanno costituito un tortuoso cammino nel quale calpestiamo gli idoli caduti. Si succedono le nostre reincarnazioni e si ripetono le civiltà nel corso di estese spirali di ricapitolazione, perché non siamo stati vigilanti allontanandoci dalla retta via.
Dopo una nuova pausa nella sua affettuosa ed efficace esposizione, osservai che ci trattava tutti con un profondo rispetto nella sua venerabile parola.
– Abbiamo creato molti dei separati – continuò l’istruttore, commosso –, per poi distruggerli, molte volte, con profonda disperazione nei cuori, quando la realtà ci amplifica la visione nell’infinito orizzonte della vita. Nella ricerca della comodità individuale, davanti ai gravi problemi della nostra vita, raramente troviamo la soluzione, invece preferiamo la fuga, della quale ci avvaliamo con tutte le forze di cui siamo capaci, per posticipare indefinitamente l’azione imprescindibile della correzione o del riscatto. Verrà, però, il giorno dalla restaurazione della verità, il momento della nostra testimonianza personale.
Posò su noi il suo sguardo molto lucido nel quale vedevamo il riflesso della sua serena emotività e dopo una lunga pausa tornò ad affrontare il tema dell’addio.
– È per questo, amici miei – proseguì in tono fraterno –, che l’orientatore cosciente non può sfuggire agli imperativi dell’evoluzione dei suoi protetti. Ogni tanto, è necessario lasciare il discepolo da solo, benché le belle note dell’affetto ci suggeriscano il contrario. Vicino all’istruttore, l’apprendista di solito si limita a osservare: ma, a distanza, sperimenta e agisce, vivendo quello che imparò. È indispensabile sviluppare i valori illimitati inerenti a ognuno di noi, conservati come divina eredità nel potenziale del nostro mondo interiore. La protezione incosciente che sottrae il protetto dal clima di realizzazione che gli è proprio, elimina i germi del progresso, dell’elevazione e del riscatto individuale. Stabilire dipendenza di questo genere vuol dire creare la prigionia dello spirito che annulla la nostra capacità di improvvisazione e stimola i vizi del pensiero. Fuggiamo dal riprovevole sistema della adorazione reciproca, in cui la falsa tenerezza opera come cecità del sentimento. Rispettiamoci mutuamente nella condizione di fratelli congregati per la stessa opera del bene e della verità ma combattiamo l’idolatria; amiamoci gli uni gli altri, come Gesù ci amò; ma cooperiamo contro l’influenza dell’esclusivismo distruttore. Siamo depositari di grandi lezioni della vita superiore. Metterli in pratica tendendo le mani amiche ai nostri simili, è il nostro obiettivo fondamentale. Ognuno di voi ha obblighi diversi, nei differenti settori dell’attività spirituale. Durante alcuni mesi, quando lo permetteva l’opportunità, siamo stati quasi sempre insieme. Associati, nella stessa esperienza, creammo legami santificati di amore che ci affratellano gli uni agli altri. Ma non possiamo riposarci sulle comodità dell’affetto. È necessario affrontare le asprezze del servizio, conoscere la lotta, testimoniarne il progresso. Non mi avvarrei mai della condizione di istruttore per ostacolare la vostra crescita mentale. La Terra, nostra madre comune, reclama figli evoluti che collaborino nel divino compito di redenzione planetaria. Dappertutto, vi sono moltitudini schiave del benessere e della miseria, dell’allegria e della sofferenza, estranee al carattere temporaneo delle situazioni nelle quali si agitano. Tutti vivono, ma sono rari gli spiriti del nostro mondo che presero possesso della vita eterna. Il campo di lavoro è vastissimo. Sperimentate in esso quello che avete imparato, svegliando le coscienze che dormono lungo il cammino. L’apprendimento ci offre conoscenza. La vita ci offre la pratica. Uniamo la saggezza all’amore nell’attività di ogni giorno e scopriremo la divinità che palpita dentro di noi, glorificando la Terra che aspetta la nostra collaborazione efficiente, per l’equilibrio e per la comprensione. Non mancano istruttori benevoli e generosi e, oltre a questo, voi dovete applicare le lezioni che avete ricevuto, orientando sia i vostri simili nella lotta che i compagni che ancora si sentono fragili. Solo le vittime volontarie dell’idolatria convertono l’assenza in un vuoto. No, amici miei, non alimentiamo qualsiasi processo doloroso di nostalgia senza ottimismo e senza speranza. Un immenso futuro di realizzazioni sublimi con il Padre aspetta ognuno di noi. Realizziamoci, accettando che le esperienze costruttive hanno bisogno del nostro sforzo positivo. Stimo profondamente la consolazione individuale, ma, oltre al nostro benessere, dobbiamo cercare la liberazione con il Cristo.
Indubbiamente, dall’esposizione emanava una severità affettuosa che, per il momento, non ci rallegrava il cuore, abituato alle espressioni di incessante affetto, ma aveva la virtù di aprire i nostri occhi alla realtà, sollecitandoci a un atteggiamento di giusta comprensione. Anche così, in una semplice riunione di addio, Alessandro sapeva essere grande e generoso, imponendoci un equilibrio che, altrimenti, non avremmo saputo mantenere. Nonostante la
comprensione, avevamo gli occhi umidi. La separazione dei buoni, benché temporanea, è sempre dolorosa. In sua compagnia avevamo acquisito sublimi insegnamenti. Forte e saggio, affettuoso ed energico, aveva esercitato le nostre fragili ali ai grandi voli di nuove conoscenze. Paragonando la nostra situazione anteriore con la presente, osservavamo un evidente miglioramento generale. Come non essere in debito con lui, benedetto amico di tutte le ore, di illimitate testimonianze di amore?
Credo che la maggioranza condividesse i miei pensieri, perché Alessandro, come se ci leggesse nella mente, aggiunse:
– Dobbiamo al Cristo–Gesù tutte le grazie! Egli è il Divino Intermediario tra il Padre e noi. Dobbiamo saper ringraziare il Maestro per le benedizioni, le lezioni ed i compiti. Lo spirito di gratitudine al Signore rallegra la vita e dà valore al lavoro dei fedeli servi …!
Di seguito, l’istruttore si alzò sorridente, abbracciò ognuno di noi, dirigendoci parole di incitamento al Bene ed alla Verità, riempiendoci di coraggio e fede.
Equilibrati dalla sua parola chiarificatrice, gli apprendisti non osarono pronunciare nessuna esclamazione, indiscreta, figlia della tenerezza. Eravamo tutti evoluti, in posizione serena e degna.
Epaminonda, il discepolo più rispettabile del nostro circolo, prese la parola e ringraziò, sobriamente, imprimendo alle sue affermazioni i nostri più nobili sentimenti e dirigendo all’istruttore amico i nostri ardenti voti di pace e di successo, nella continuazione dei suoi gloriosi lavori.
Vedemmo che Alessandro riceveva le nostre vibrazioni di amore e di riconoscenza con profonda emozione. La sua fronte venerabile emetteva sublimi irradiazioni di luce.
Finito il breve saluto del compagno, Alessandro pronunciò alcune frasi di gratitudine, che noi sinceramente, pensavamo di non meritare:
– Adesso amici miei, eleviamo al Cristo i nostri pensieri di giubilo e gratitudine, consacrandogli le indimenticabili emozioni del nostro addio.
Si mantenne in piedi, irradiando intensa e brillante luce zaffirina, e, alzando gli occhi verso l’Alto, estese le braccia come se conversasse con il Maestro in persona presente lì, benché invisibile a noi, pregò con infinita bellezza:
Signore,
Che siano per il tuo cuore misericordioso
Tutte le nostre allegrie, speranze e aspirazioni!
Insegnaci a eseguire i tuoi propositi sconosciuti,
Aprici le porte d’oro delle opportunità del servizio,
E aiutaci a comprendere la tua volontà…!
Che sia il nostro lavoro l’officina sacra di benedizioni infinite,
Trasforma le nostre difficoltà in stimoli sacri,
Trasforma gli ostacoli del sentiero in rinnovate lezioni…
Nel tuo nome,
Semineremo il bene dove sorgano le spine del male,
Infiammeremo la luce dove permangano le tenebre,
Verseremo il balsamo del tuo amore dove corra il pianto della sofferenza,
Proclameremo la tua benedizione dove ci siano dannazioni,
Spiegheremo la tua bandiera di pace vicino alle guerre dell’odio!
Signore,
Permetti che possiamo servirti
Con la fedeltà con cui ci ami,
E perdona le nostre fragilità e vacillazioni nell’esecuzione della tua opera.
Fortifica il nostro cuore
Affinché il passato non ci perturbi e il futuro non ci inquieti,
Perché possiamo onorare la tua fiducia nel giorno di oggi, che ci avete dato,
Per il rinnovamento permanente fino alla vittoria finale.
Siamo tutelati sulla Terra,
Confusi nel ricordo di errori millenari,
Ma vogliamo, ora,
Con tutte le forze dell’anima,
La nostra liberazione nel tuo amore per sempre!
Strappaci dal cuore le radici del male,
Liberaci dei desideri inferiori,
Dissipa le ombre che ci oscurano la visione del tuo piano divino
E proteggici affinché diventiamo
Servitori leali della tua infinita saggezza.
Dacci l’equilibrio della tua legge,
Spegni l’incendio delle passioni che, a volte,
Irrompe, ancora, nell’intimo dei nostri sentimenti,
Minacciando la costruzione della nostra spiritualità superiore.
Conservaci nella tua ispirazione redentrice,
Nell’illimitato amore che ci hai riservato
E fa’ che, integrati nel tuo lavoro di perfezionamento incessante,
Possiamo rispondere ai tuoi sublimi propositi,
E in ogni momento,
Trasformandoci in servitori fedeli della tua luce per sempre!
Così sia.
La commovente preghiera di Alessandro fu l’ultima nota del meraviglioso addio.
Uscimmo.
Attorno i fiori emanavano un gradevole profumo sotto la luce argentata della notte.
E, in lontananza, nell’alto dei cieli, brillavano gli astri, come folgoranti cuori di luce, in lontane spiagge dell’Universo, calamitati, come noi, gli uni verso gli altri, alla ricerca delle gioie supreme dell’unione con la Divinità.
Fine